Focus Group

Come raccogliere informazioni approfondite, valide ed attendibili riguardanti temi particolari e sensibili, quando i vincoli escludono l’uso di altre tecniche sperimentali e quantitative?

L’uso della conversazione di gruppo è la chiave di volta per affrontare molti tipi di problemi conoscitivi dove è in gioco l’esperienza diretta delle persone.

Il Focus Group si presta particolarmente ad esplorare in profondità queste conoscenze in modo mirato.

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Focus group

Il Focus Group è una tecnica qualitativa per la raccolta di informazioni che si fonda sull’assunto che l’interazione di gruppo possa favorire l’emergere di informazioni originali. 

La sua invenzione risale al 1941 ed è attribuita al sociologo Robert Merton che la sperimentò nel corso di una ricerca sulla valutazione di alcuni programmi radiofonici da parte del pubblico.

Il Focus Group è uno strumento molto versatile ma, per dare risultati utili, va utilizzato per scopi appropriati; gli obiettivi della ricerca devono dunque essere pertinenti con le caratteristiche di questa tecnica. Esso può essere utilizzato da solo o, più spesso, insieme ad altre tecniche di tipo quantitativo o qualitativo. Nel corso di una ricerca complessa esso può essere utilizzato sia in fase preliminare, che di ricerca propriamente detta, che, infine, di valutazione. In fase preliminare può servire per identificare gli elementi costitutivi del problema, stabilire un linguaggio adeguato individuare i punti critici; in fase di ricerca consente di verificare l’andamento della raccolta dati e stabilire se valga la pena di apportare modifiche; in fase di valutazione per verificare se l’interpretazione dei dati trova conferma presso la popolazione target, per stabilire il significato dei risultati, per stabilire quali conseguenze se ne possono trarre, per capire le reazione della popolazione target a partire dai risultati raccolti. In ogni caso la tecnica consente di raccogliere informazioni approfondite che si fondano sulla diretta e personale esperienza dei partecipanti.

Come funziona in sintesi?

La chiave del successo di un Focus Group (FG) risiede innanzitutto nella chiara definizione degli obiettivi della ricerca:

  • Quali sono le ragioni che motivano lo studio?
  • Quali sono le informazioni che si vogliono raccogliere?
  • Chi dovrà usare le informazioni raccolte?
  • In che modo dovranno essere usate queste informazioni?
  • A quale scopo verranno utilizzate?

All’interno di uno specifico progetto di ricerca la tecnica può essere usata sia come evento singolo sia come evento replicato, in forma di una campagna di Focus Group. Un singolo intervento è solitamente focalizzato su gruppi omogenei di persone rispetto a qualche caratteristica desiderata ovvero su piccole popolazioni (in senso statistico). In generale è consigliabile comunque prevedere vari Focus Group: in questo caso si tratta di costruire un disegno campionario in base a dei criteri qualitativi non riconducibili al classico campionamento statistico. Il criterio che si adotta è solitamente quello della saturazione: da un punto di vista tecnico si ha saturazione quando nuovi Focus Group non aggiungono informazioni pertinenti rispetto a quanto già emerso in precedenza, ovvero quando l’incremento marginale di informazione derivante da un focus group aggiuntivo diventa trascurabile. L’adozione di tale criterio richiede il monitoraggio continuo delle informazioni che si vanno raccogliendo.

Disegnare  una campagna di Focus Group

La varietà delle informazioni che si raccolgono mediante una campagna di FG dipende dalla complessità del tema che si intende indagare e dalla varietà dei rispondenti (partecipanti) che sono coinvolti. Per controllare questa varietà e quindi decidere circa la numerosità di FG da svolgere possono essere usate almeno due strategie: i) semplificare al massimo la interview guide (IG) ed usarla per tutta la campagna senza variazioni; ii) stratificare il target (partecipanti) in sottogruppi inserendo in ciascuno casi con caratteristiche tra loro simili ma diverse rispetto a quelle degli altri sottogruppi. Altri disegni campionari sono possibili in funzione dei vincoli e degli specifici scopi della ricerca.

Costruire una buona guida di intervista per condurre il Focus Group (interview guide)

La costruzione della guida di intervista (IG) è un momento centrale della costruzione di un Focus Group o di una campagna di Focus Group: essa è il documento che contiene le domande che saranno esplorate nel corso  dell’indagine e, solitamente, viene definita in comune accordo tra committente e ricercatori. Essa non va intesa come un questionario ma, piuttosto, come una guida, una traccia, che può essere modificata in corso d’opera in base all’andamento della discussione. La letteratura raccomanda in genere l’adozione di un approccio “ad imbuto” dove le domande sono ordinate dalla più generale alla più specifica o dalla più importante alla meno importante: resta inteso che la discussione si concentra sempre su poche questioni fondamentali. Nel caso di una campagna consistente di Focus Group i primi Focus possono servire proprio per mettere a punto nel modo migliore la guida di intervista (IG) che sarà utilizzata poi in modo sistematico.

Quanti partecipanti e qual’è il ruolo moderatore

Il numero di partecipanti indicato come ottimale è compreso tra 6 e 12 dipendendo questa numerosità dalla composizione del gruppo, dall’oggetto di discussione e dallo scopo dello studio. I criteri di inclusione sono decisi dal ricercatori usando tecniche di campionamento qualitative e, quando possibile, la selezione casuale. La composizione del gruppo influisce molto sull’andamento e sul clima della riunione: solitamente si raccomanda di coinvolgere persone con caratteristiche socio-demografiche omogenee; poiché lo scopo è quello di creare un clima di cordialità non è consigliabile mettere insieme nello stesso gruppo persone che si conoscono e persone che non si conoscono; meglio decisamente se le persone non si conoscono. E’ invece da evitare assolutamente la presenza nello stesso gruppo di persone con grado gerarchico differente o caratterizzato da forte disparità di status professionale.

Il ruolo del moderatore è fondamentale; egli deve saper cogliere gli elementi di novità nelle idee che vengono espresse e fare domande appropriate nel linguaggio che le persone riconoscono. Egli deve condurre la conversazione verso l’obiettivo stabilito senza essere invadente, deve mantenere la discussione in tema intervenendo il meno possibile; deve incoraggiare le persone ad interagire tra di loro, non essere invadente, saper ascoltare e dimostrare un genuino interesse a capire; Il moderatore non deve essere autoritario, deve essere neutrale e rispettare i partecipanti; infine deve essere in grado di mantenere l’entusiasmo e l’interesse del gruppo e capire al volo quando è il momento di passare ad un altro argomento o di chiudere la discussione. In linea di principio più sono specifici i bisogni informativi del ricercatore più le domande dovranno essere strutturate e lo stile del moderatore diventerà più direttivo.

L’importanza del luogo e la durata

Tipicamente un FG ha un durata compresa tra 1 e 3 ore. Esso può essere condotto in diversi luoghi purché in un ambiente accogliente ed ospitale; ambienti relativamente contenuti favoriscono l’interazione mentre ambienti troppo grandi tendono a disperderla. Un tavolo rotondo attorno al quale siedono i partecipanti è l’ideale poiché consente lo stabilirsi di un contatto visivo e minimizza i rischi che si stabiliscano delle gerarchie non volute. Il luogo deve essere riservato, non disturbato da rumori o da passaggi di persone e deve consentire la registrazione audio/video.

Raccolta e trattamento dei dati

E’ sempre utile registrare l’intera seduta, informando prima dell’avvio i partecipanti che si sta usando il registratore; il moderatore può prendere appunti sul suo blocco registrando anche comportamenti non verbali dei partecipanti, può scrivere appunti sul pc mostrandoli tramite videoproiettore o scriverli direttamente su una lavagna a fogli mobili: per facilitare queste operazioni senza perdere di vista il controllo della qualità della conversazione è bene che alla riunione siano presenti 2 moderatori con compiti differenti: l’uno per la conduzione e sintesi finale di quanto emerso l’altro per prendere appunti e registra le modalità di interazione.

E’ buona norma fare una trascrizione integrale delle registrazioni (integrando con gli appunti presi): partendo da questo corpus testuale si potrà procedere con la tecnica del taglia e incolla mettendo in risalto le cose più rilevanti (consigliato uso di Excel) oppure procedere con un’analisi del contenuto utilizzando programmi specifici (Nud-ist, Nvivo, SPAD).

Il rapporto conclusivo (necessario) è solitamente organizzato attorno alle domande chiave previste nell’IG: per ognuna di esse sono sintetizzati i principali contributi, corroborati da citazioni emerse e frasi chiave che comunichino i concetti nel linguaggio dei partecipanti.

Criteri di valutazione della qualità di un FG

Scopo di ogni FG è quello di raccogliere dati validi che soddisfino gli obiettivi della ricerca; per valutare la qualità dei dati così raccolti la letteratura suggerisce diverse azioni tese a verificare:

  • l’accuratezza della IG
  • La tipologia e la scelta dei partecipanti
  • La motivazione dei partecipanti
  • L’adeguatezza della localizzazione e l’ambiente
  • L’accuratezza dell’eventuale disegno campionario
  • Il clima che si instaura nel gruppo
  • La varietà delle idee emerse
  • I tempi e gli interventi dei partecipanti
  • La chiarezza e l’utilità del rapporto di ricerca

Il rispetto di tali criteri è finalizzato a garantire che altri soggetti abbiano la possibilità di verificare le conclusioni a cui si arriva e di vagliare la bontà del proprio disegno di ricerca adottato e delle relative conclusioni.

 

Collegamenti e bibliografia

Sabrina Corrao, Il Focus Group, Franco Angeli, Milano

Claudio Bezzi, Il nuovo disegno della ricerca valutativa, Franco Angeli, Milano

Oprandi C.Nadia (2001), Il Focus group. Breve compendio tecnico pratico, emme&erre libri, Padova