Role playing e giochi di ruolo

E’ possibile studiare e comprenderle dinamiche organizzative dal punto di vista delle dirette esperienze che ne fanno i partecipanti?

Il ruolo che le persone occupano all’interno di un organizzazione ne determina le aspettative, ne struttura i pre-giudizi e spiega i comportamenti alla luce dei vincoli e delle risorse di cui ognuno dispone.

Il role playing consente di assumere e recitare per un periodo ridotto di tempo ruoli differenti e permette in tal modo di comprendere dinamiche organizzative, punti di vista, aspettative, stereotipi e pregiudizi connessi al ruolo; fornisce così la possibilità di comprendere i meccanismi organizzativi facendone un’esperienza diretta.

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Il Role Playing è un tecnica riconducibile alla famiglia dei giochi di ruolo; essa richiede ad una persona o ad un gruppo di persone di assumere un ruolo sociale (ad esempio, il capo, il cliente, un collaboratore, il docente, l’allievo, il manager etc.)  rappresentando scene o eventi che possono far parte della vita organizzativa. Più in generale, e al di là degli scopi che qui interessano, esso è una tecnica psicoterapica che consente di potenziare abilità sociali carenti, modificare o formare atteggiamenti opportuni o abilità sociali specifiche.

Quando utilizzarlo?

Al di fuori del campo prettamente psicoterapico (per la cui applicazione è richiesta la presenza di un terapeuta qualificato) il Role Playing è uno strumento che si presta assai bene anche per intervenire nelle organizzazioni, molto flessibile ed utilizzabile per scopi differenti, purché opportunamente organizzato e gestito;  a titolo di esempio esso può essere usato per:

  • far comprendere le aspettative e i pregiudizi che accompagnano uno specifico ruolo;
  • esplorare dinamiche organizzative critiche;
  • anticipare reazioni a fronte di cambiamenti;
  • scoprire rigidità e blocchi che impediscono il cambiamento;
  • simulare modelli di comportamento o sistemi di relazioni;
  • addestrare e formare persone migliorandone atteggiamenti e comportamenti di ruolo
  • scoprire discrepanze tra comportamenti organizzativi attesi, progettati ed agiti realmente..

L’uso sociale qui proposto deve necessariamente fermarsi prima che le dinamiche che rischiano di scatenarsi nel gioco di ruoli coinvolgano le persone  livelli più profondi che rischiano di diventare rapidamente ingestibili in assenza di esperti qualificati.

L’importanza  dei ruoli

Per l’uso organizzativo, formativo e di ricerca qui proposto, è essenziale la conoscenza dei ruoli (organizzativi) da parte dei partecipanti: è questa la condizione perché il gioco non scivoli verso un eccesso di soggettività prendendo una deriva di tipo psicologico. Il ruolo infatti può essere descritto nei termini di un sistema articolato di aspettative che la simulazione può far emergere consentendo poi azioni organizzative finalizzate a riallineare le parti rispetto ad un scopo più vasto, riconducibile spesso alla missione e agli obiettivi perseguiti dall’organizzazione.

Particolarmente interessante può essere l’analisi di un incidente critico assegnato come caso studio, dove i soggetti sono chiamati a recitare i loro comportamenti (o i presunti altrui comportamenti) in relazione all’evento considerato.

Come funziona in sintesi?

La chiave del successo di un Role playing risiede da un lato nella coerenza rispetto allo scopo per il quale viene usato e, dall’altro, nella qualità della sua progettazione e gestione; per questo è necessario:

  • fissare e condividere lo scopo;
  • chiarire il contesto di lavoro con riguardo particolare al sistema dei ruoli, alla struttura organizzativa in cui sono incardinati e ai processi che li vedono coinvolti;
  • creare un ambiente di lavoro ospitale, preparare i materiali necessari;
  • individuare con molta chiarezza la scena o le scene da recitare,
  • attribuire con consapevolezza i ruoli da recitare, compresi quelli degli osservatori;
  • costruire e condividere una chiara agenda di lavoro,
  • gestire le interazioni che si manifestano nel gioco in modo fermo ma non invasivo.

Partendo da queste regole il role playing si sviluppa liberamente in funzione delle relazioni e degli scambi che si creano attraverso l’interazione dei partecipanti.

Partecipanti, osservatori, moderatore

Il numero di partecipanti minimo è di una dozzina di persone in funzione dei ruoli da recitare; ad ogni ruolo possono corrispondere più attori che possono funzionare come gruppo piuttosto che come aggregato di singoli in relazione alla specificità organizzativa sotto esame. L’assegnazione casuale dei ruolialle persone tramite meccanismo casuale può essere utile e in molti casi stimolante; è comunque importante serbare traccia del ruolo reale e del ruolo recitato dai singoli soggetti.

Una selezione aggiuntiva di partecipanti funge da osservatore con la funzione di comprendere i meccanismi e di registrare i tratti salienti della simulazione.

Il moderatore introduce i lavori, spiega le regole, assegna i compiti esplicitando chiaramente il risultato atteso, avvia e gestisce in modo non invasivo il seminario limitando al massimo i suoi interventi. Sovente raccoglie informazioni salienti che emergono nel corso delle interazioni, fornendo eventualmente indicazioni per la soluzione dei conflitti o il superamento di eventuali punti morti.

Luogo e durata

Il luogo dove si realizza l’evento è fondamentale: esso deve essere accogliente ed ampio il giusto per accogliere il numero di partecipanti previsto. Lo spazio deve essere allestito con tavoli (rotondi o quadrati) adatti a far sedere 4-5 persone disposti in modo casuale ma garantendo gli spazi per gli spostamenti; ogni tavolino deve essere stato di penne, pennarelli, post it e grandi fogli di carta su cui poter scrivere e disegnare liberamente.

Tipicamente una sessione di lavoro può durare da un ora a qualche ora in funzione del numero di partecipanti e degli obiettivi.

Raccolta e trattamento dei dati

L’uso dell’informazione dipende dallo scopo del roleplayng, ovvero se è data priorità alla formazione, alla consulenza o all’vera e propria raccolta di informazioni.

In ogni caso, durante un Role Playing possono essere raccolte numerose informazioni anche coinvolgendo direttamente i partecipanti nella redazione di memo e promemoria, nella compilazione di questionari, etc. Osservatori e moderatore restano comunque una fonte primaria per la generazione di informazioni utili. Tutte le informazioni raccolte devono essere trattate nel rispetto della privacy, elaborate e consegnate in un report conclusivo rispondente agli obiettivi della ricerca.

Criteri di valutazione della qualità di un Role Playing

Nel Role Playing  le conversazioni tra gli attori sono sostanzialmente libere seppure strettamente incardinate intorno al tema scelto ed inquadrate in un sistema di regole stabilito a priori. Per questo è particolarmente  importante curare con grande attenzione tutti i diversi aspetti organizzativi connessi alla qualità del servizio:

  • la coerenza tra scelta del metodo ed obiettivi che si intendono perseguire tramite l’azione di ricerca/formazione/consulenza;
  • la chiara definizione e condivisione dello scopo e degli obiettivi;
  • la scelta e predisposizione dell’ambiente di lavoro e la preparazione dei materiali indispensabili,
  • la tipologia e la scelta dei partecipanti e dei ruoli,
  • la scelta e la definizione della scena da recitare,
  • la presentazione e conduzione da parte del moderatore e dei suoi collaboratori;
  • la qualità complessiva delel informazioni raccolte dagli osservatori e dal moderatore,
  • il materiale prodotto dai diversi attori (anche in forma di frasi, fumetti, idee, etc.),
  • la soddisfazione dei partecipanti (raccolta ad esempio con un questionario conclusivo da somministrare alla fine o da inviare per posta elettronica),
  • la comprensibilità e la chiarezza del rapporto di ricerca conclusivo,
  • l’uso che di questo viene fatto dalla committente
  • i cambiamenti ch esi registrano dopo il roleplayng a livello di atteggiamenti e comportamenti.

Il role-play mira a rendere i partecipanti consapevoli dei propri atteggiamenti, evidenzia i sentimenti e i vissuti sottesi alla situazione recitata e rinvia alla dimensione soggettiva delle persone in relazione ai ruoli che interpretano. Le caratteristiche del metodo forniscono molteplici stimoli all’apprendimento attraverso l’imitazione, l’osservazione del comportamento degli altri e feedback ricevuti sul proprio.

 

Collegamenti e bibliografia

Sergio Capranico. Role Playing, manuale pratico per formatori e docenti. Raffaello Cortina editore.

Maurizio Castagna. Role Playing. Autocasi ed esercitazioni psicosociali.  Franco Angeli editore