Strategia e competenze strategiche: nessun vento è buono per chi non sa dove andare

Posted by on 26 Aprile 2010 in Blog | 1 comment

Strategia e competenze strategiche: nessun vento è buono per chi non sa dove andare

E’ molto diffusa nelle Pubbliche Amministrazioni l’idea che il cambiamento venga generato dall’alto a colpi di atti amministrativi formali. L’osservazione empirica mostra che questo non succede quasi mai, essendo il cambiamento un processo molto più complesso che richiede e mette in gioco non solo le abilità strategiche di quanti sono chiamati ad implementarlo ma anche passioni, emozioni, saperi e resistenze.

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Perché molti programmi e progetti ambiziosi falliscono malgrado la disponibilità e di risorse? Perché altri interventi funzionano a dispetto dei limiti e della carenza di mezzi? Cosa hanno in comune i pochi casi di successo sviluppati nelle Pubbliche Amministrazioni? Quello che distingue questi casi è la presenza di una strategia flessibile, chiaramente espressa e portata avanti con determinazione da una persona e da un gruppo di collaboratori fidati. Quello che si può osservare è la presenza di un tema unificatore in grado di conferire ordine e coerenza alle azioni e alle decisioni; quello che si può sentire è una consapevolezza diffusa sulla possibilità di “fare” in barba all’immobilismo e all’ossequio stereotipato della norma. Ciò che sempre si percepisce è la presenza di un clima emotivo positivo, di un leader che “ci crede” ed è in grado di motivare le persone, di entusiasmare e di entusiasmarsi. Paradossalmente, è proprio la presenza di un sistema di regole complicato e soffocante che può scatenare il genio strategico di un innovatore potenziale, se soltanto ha la fortuna di incontrare qualche elemento attivante che funzioni da catalizzatore.

La strategia, nel suo significato compiuto, è, per un’organizzazione, l’arte di impiegare nella maniera migliore le risorse disponibili ai fini del raggiungimento di quegli scopi per cui essa è stata pensata e costruita. Sembra facile, ma perché sono così poche le Amministrazioni che “agiscono” realmente una strategia?  Molte le cause:

– troppe volte la strategia è solo descritta, congelata, in documenti formali, in piani poco o per nulla diffusi e presto dimenticati;

– manca lo “spirito”, la leadership capace di muovere la motivazione e, attraverso questa, l’azione;

– mancano competenze gestionali, sensibilità valutativa, senso dell’organizzazione;

– la carenza di risorse vera o presunta blocca la possibilità di pensare a soluzioni innovative;

– l’ossequio al rispetto delle regole tradizionali impedisce di assumere quel rischio minimo che qualsiasi strategia richiede;

– la cultura organizzativa si regge su metafore rigide, meccaniche, che rafforzano il pessimismo e l’inerzia indotta da un eccesso normativo;

– la finalità propria dell’organizzazione, il senso della missione, si sono perse e nessuno è più in grado di cogliere l’importanza sostanziale dei feedback esterni ed interni;

La creazione di una strategia prende l’avvio proprio da una analisi capace di mettere in risalto il contesto interno ed esterno, i vincoli, i rischi e i punti di debolezza; ma nessuna strategia può essere realizzata se manca la fiducia in un futuro possibile, la capacità di apprezzare comunque le  risorse disponibili, le opportunità, i punti di forza. Lo stratega di valore individua sempre mosse innovative ed imprevedibili, che possono sconcertare il  burocrate, ma che sono comunque realisticamente praticabili. Ma nulla può contro una valanga di norme imposte dall’alto e finalizzate al rigido controllo procedurale.

L’implementazione della strategia implica infatti qualche margine di libertà necessario per generare un contesto capace di consentire  l’azione organica di più persone che agiscono in base ad un diffuso sentimento di fiducia e a valori comuni: richiede doti di leadership diffusa, capacità di discernimento e di valutazione sistematica delle situazioni. Tutte caratteristiche che si possono riscontrare nelle organizzazioni eccellenti ma che assai di rado si trovano contemporaneamente presenti in una unica amministrazione. Un monito e una raccomandazione per quei decisori politici che pretendono di regolare la Pubblica Amministrazione con la forza esclusiva di leggi e controlli sempre più restrittivi.

One Response to “Strategia e competenze strategiche: nessun vento è buono per chi non sa dove andare”

  1. avatar
    Bruno Turra says:

    Non c’è nessun buon vento per chi non sa dove andare (Seneca): ma per andare serve la barca, l’equipaggio e il vento.

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